Sono partito da teenager sfigato e squattrinato di un paesino del Sud Italia e in pochi anni ero script assistant di Phoebe Waller-Bridge.
Ho lavorato duramente — sacrificando ogni aspetto della mia vita — e sono arrivato a supervisionare progetti per grandi brand, a curare la strategia di progetti Netflix e creare video da milioni di views per The Jackal.
Ho sempre abbassato la testa e sorriso. Ho fatto la collezione di burnout. Ho ingoiato l’ipocrisia dell’ambiente e mi sono illuso di essere felice perché inserito in contesti da vip.
Ma guadagnavo stipendi minimi, non avevo tempo di leggere un libro ed ero costantemente stressato/stanco. La mia vita era vuota e i miei sforzi mi avevano dato prestigio senza stabilità. Apparenza senza felicità. Illusione di essere a un passo dai miei sogni senza mai poter decidere di acchiapparli.
Ho mandato tutto a quel paese e all’improvviso mi sono messo in proprio.
Non sapevo cosa avrei fatto. Niente progetti, solo ideali. Ma, fortunatamente, la mia specialità è inventare dei piani di successo. Per marketing e creatività, ho messo l’androide di Ex-Machina su Tinder, ho fatto cucinare chef affermati nella natura selvaggia, ho fatto cantare la sigla di Mare Fuori al cast di One Piece, ho ricreato The Office a Napoli e ho fatto sembrare Stefano de Martino uno che non riesce a ottenere appuntamenti romantici. Quindi…
Con la giusta (e intelligente) strategia, ho costruito un business rilassato, stimolante e realmente creativo in pochi mesi.
In meno di un anno ho dovuto scaricare diversi clienti (ne avevo troppi) e cambiare il mio modello — tutto con un sito minimal, qualche email e pochi contenuti mirati (con soli 400 followers).
Ora mi diverto, vivo meglio e guadagno di più. Perché conosco il sistema dall’interno e so che combatterlo è inutile — mentre la soluzione è piegarlo a tuo favore attraverso strategie intelligenti. La strategia può piegare tutto: dal titanio ai tuoi problemi.
Come faccio a vivere di creatività, avere un profilo professionale vendibile, vivere senza stress ed essere soddisfatto di ciò che creo?
Perché uso la strategia creativa. Che non è un passe-partout, ma uno strumento che va studiato, implementato e modificato di volta in volta.
La chiave per la sopravvivenza e per il raggiungimento degli obiettivi nella creator economy è la strategia.
Il motivo per cui tanti creator falliscono o vivono male è… (indovina un po’) la mancanza di strategia.
A volte fai cose sbagliate. Le fai male. Fai cose che, in realtà, non vorresti fare. Fai cose copiate senza cervello. Fai cose inutili. Fai cose che ti stressano senza portare risultati. Fai cose ostinate e dimentichi perché volevi farle. Fai cose che, quando le guardi dopo un mese, dici “ma che c*zzo ho fatto?”.
Nel mio primo anno da strategist freelance e consulente, ho aiutato creators (aspiranti e affermati) ad avere il giusto branding, la giusta creatività e la giusta comunicazione per guadagnare, essere felici della loro identità social e generare contenuti in modo utile/sostenibile.
La soluzione che offro è molto semplice: fare le cose giuste con intelligenza e criterio. Sembra una banalità incredibile, ma dopo più di 10 anni in ambito creativo, posso dire con grande certezza che NON LO È. Lascia una persona creativa a pensare abbastanza a lungo e avrà creato un labirinto dal quale non saprà più uscire da sola. Succede anche ai migliori. Succede a chi è paralizzato prima di iniziare e a chi fa il creator full-time bloccato negli stessi format da dieci anni.
Lavorare con me significa intraprendere un percorso dentro il tuo spirito, prima ancora della tecnica: capire cosa vuoi fare, perché e come. Poi: definire quali strategie implementare, quali contenuti creare, quali piattaforme rispecchiano i tuoi obiettivi. E finalmente la tecnica: creare dei format, impostare strutture di storytelling o realizzazione tecnica/video e ricavare il massimo dal tuo brand. E mese dopo mese studiare, analizzare, farsi domande e crescere insieme per diventare la migliore versione creativa di te.
Mentre io continuo a guadagnarmi il soprannome di “più utile strategist creativo d’Italia” (non è vero, il titolo è di quello più nerd).